¿Cosa sono?

Cosa sono gli Esercizi Spirituali?

Il mondo moderno sta conducendo un ritmo sempre più accelerato, un ritmo agitato che indebolisce l’uomo per essere in grado di affrontare le difficoltà che incontra nella sua vita quotidiana, impedendogli di vedere chiaramente la sua fine. Convinti di quanto sia benefico dedicare un po’ di tempo della nostra vita alla preghiera e al ritiro, vi invitiamo a fare gli Esercizi Spirituali secondo il metodo di

Sant’Ignazio di Loyola, nonché come un “altro ritiro”, ma come un genere proprio che per il suo metodo particolare si distingue tra questi, e per questo è stato largamente raccomandato dalla Chiesa.

Per comprendere meglio questi Esercizi Spirituali, vediamo la risposta a tre domande:

1. Chi ha scritto gli Esercizi Spirituali?

2. Qual è lo scopo degli Esercizi?

3. In che modo hanno influenzato la Chiesa e la storia?

L'autore degli Esercizi Spirituali...

… fu Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, uno dei più grandi ordini religiosi che ha offerto alla Chiesa innumerevoli frutti, e di cui Lord Macaulay, uomo protestante, ha detto “è l’uomo che più ha influenzato i nostri tempi all’interno della Chiesa” [1]

Era precedentemente noto come Íñigo di Loyola, un’uomo di successo alla corte del Re di Spagna, stratega del suo tempo, Íñigo fu ferito in battaglia e durante la sua convalescenza si convertì, e rifletté sull’effetto che avevano su se stesso i diversi pensieri che lui aveva. Abbandonò la vita comoda, si trasferì a Manresa e, anche da laico, vi scrisse gran parte del suo Libro degli Esercizi, come metodo pratico per “ordinare la vita secondo la volontà di Dio”, lì compilò in ordine una serie di argomenti da meditare insieme a istruzioni pratiche su come fare quelle meditazioni, che aveva precedentemente fatto lui stesso.

P. Polanco dice che a Manresa Dio “insegnò” a Ignazio gli esercizi[2]. Sant’Ignazio stesso nella sua Autobiografia, parlando in modo generale sulle grandi consolazioni e illustrazioni soprannaturali che ebbe a Manresa, scrive che “in questo periodo Dio si comportava con lui come fa un maestro di scuola con un bambino: gli insegnava…”[3] .

Il fine perseguito dagli Esercizi...

si può riassumere nel titolo e nella spiegazione che Sant’Ignazio ci ha lasciato per il suo libro: “Esercizi spirituali per vincere se stesso e ordinare la propria vita, senza prendere

decisioni in base ad alcun affetto disordinato” (n.21 ).

S. Ignazio in tutto il libro degli Esercizi cerca solo che l’uomo si sforzi di ordinare la propria vita secondo il disegno di Dio, cioè di cercare la propria santità. P. Casanovas, notevole commentatore di questo metodo ignaziano, affermava che Sant’Ignazio con gli Esercizi ci offre “un metodo pratico per saper vivere la santità nella sua dimensione più perfetta, insegna la santità pura e totale, a seguito dalla dottrina e gli esempi di Nostro Signore Gesù Cristo…” [4]

E poiché ogni cristiano è chiamato alla santità[5], si presume che chi dedica tempo al ritiro e alla preghiera abbia deciso seriamente di seguire questo desiderio che Dio ha per tutti. Per cui è indispensabile liberarsi di ogni “affetto disordinato”, cioè di tutti quegli amori che non prendono a Dio come fine, perché è molto difficile conoscere e fare la volontà di Dio se non si vuole rinunciare alla volontà propria in tutto ciò che ha di sbagliato o disordinato.

Gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio consistono in un insieme di conferenze spirituali e meditazioni in un’ambiente di preghiera, e a traverso questo conoscere e voler compiere la volontà di Dio, porterà l’esercitante a planificare la propria vita e prendere decisioni importanti secondo il beneplacito divino. Per questo è che non pochi facendo Esercizi Spirituali vengono a conoscere e a seguire la volontà di Dio riguardo alla loro vocazione. Quindi, sebbene il discernimento di una vocazione non sia il fine principale degli Esercizi, essi sono tuttavia un metodo, e mi permetto di dire; quasi infallibile, di discernimento vocazionale per coloro che cercano Dio con cuore retto.

A raggiungere lo scopo perseguito dagli Esercizi, fondamentale quanto lo sforzo dell’esercitante, è la fedeltà che il predicatore ha alle linee guide tracciate da Sant’Ignazio nel suo piccolo libro. Paolo VI disse: “Fra i parecchi metodi lodevoli per dare esercizi spirituali ai laici, quello basato sugli Esercizi spirituali di S.Ignazio di Loyola, fin dall’approvazione da Paolo III nel 1548, è il più largamente usato. I direttori di ritiri, d’altronde, non devono mai cessare di

approfondire l’efficacia delle ricchezze dottrinali e spirituali del testo ignaziano

(…) Sarebbe tuttavia un errore diluire il ritiro degli Esercizi con innovazioni che (…)

riducessero l’efficacia del ritiro chiuso. Queste iniziative – come: attività di gruppo, discussioni religiose e ricerche di sociologia religiosa – hanno il loro posto nella chiesa, ma il loro posto non è il ritiro chiuso, nel quale l’anima, sola con Dio, riceve generosamente l’incontro con lui, ed è da lui meravigliosamente illuminata e fortificata”. [6]

L'influenza degli Esercizi sulla Chiesa e sulla storia

Nell’anno 1548, il duca di Gandia, Francesco Borgia, fa pervenire al Pontefice Paolo III una singolare petizione: l’approvazione pontificia del libretto degli Esercizi Spirituali, del fondatore della Compagnia di Gesù che lo stesso Papa aveva approvato otto anni prima: ““Avendo fatto esaminare detti Esercizi e udite anche testimonianze e rapporti favorevoli [] abbiamo accertato che detti Esercizi sono pieni di pietà e santità, e sono e saranno molto utili per il progresso spirituale dei fedeli. Inoltre è per noi doveroso riconoscere che Ignazio e la Compagnia da lui fondata vanno raccogliendo frutti abbondanti di bene in tutta la Chiesa; e di questo molto merito è da attribuire agli Esercizi Spirituali. Perciò [] esortiamo i fedeli d’ambo i sessi, ovunque nel mondo, di avvalersi dei benefici di questi Esercizi e di lasciarsi plasmare da essi.” [7].

San Francesco di Sales, morto nel 1622, diceva che il libro ignaziano aveva già operato più conversioni delle lettere che contiene, che dire oggi!, dopo cinque secoli, in cui non ha cessato di produrre “incalcolabili frutti di santità”[8]

De Causette disse: “Gli Esercizi sono uno dei libri più venerabili usciti dalle mani degli uomini perché se l’Imitazione di Cristo ha asciugato più lacrime, gli Esercizi hanno prodotto più conversioni e più santi”[9], cosa che può essere corroborato dando un’occhiata alle canonizzazioni degli ultimi secoli. A cominciare dal patrono delle missioni, san

Francesco Saverio, che si convertì ascoltando gli Esercizi dallo stesso Sant’Ignazio, sono innumerevoli i santi che hanno utilizzato questo metodo: Alonso Rodríguez, Francesco Borgia, Isaac Jogues, Juan del Castillo, Luis Gonzaga, Pablo Miki, Roberto Belarmino, Roque González; beati: Alberto Hurtado, Miguel Agustín Pro, José de Anchieta.

Riguardo agli Esercizi, Paolo VI disse nel 1965 “Sappiamo che la predicazione più efficace è proprio quella degli Esercizi Spirituali (…) Dobbiamo ampliare questa fonte di salvezza e di energia spirituale, dobbiamo renderla accessibile a tutte le categorie”.

Il libro degli Esercizi ha acquisito una diffusione che difficilmente si riscontra in altre opere ascetiche. Da solo o accompagnato da commenti, è stato pubblicato più di 4.800 volte ed è stato tradotto in più di 19 lingue, tra cui azteco, danese, malgascio, tamul, basco. E a metà del secolo scorso si potevano calcolare un minimo di quattro milioni di copie.

Tuttavia, ciò che le ha conferito fama mondiale e carta di cittadinanza all’interno della Chiesa non è stato tanto il volume scritto quanto la continua pratica del metodo descritto nelle sue pagine. Per fare un esempio, nel 1949, secondo le statistiche della Congregazione per i Religiosi, coloro che praticavano qualche tipo di esercizi o missioni secondo questo metodo, sotto la direzione dei religiosi, erano 7.030.141. Ed è noto che anche i sacerdoti secolari avevano guidato un gran numero di cicli quell’anno. Anche Monsignore Juan Antonio Reig Pla, Vescovo di Alcalá de Henares (Spagna) ha pensato di creare nel 2020 una Scuola Diocesana di Esercizi Spirituali, come strumento al servizio dell’evangelizzazione per insegnare ai sacerdoti, ai religiosi consacrati e ai laici a far conoscere e dare Esercizi secondo il metodo di Sant’Ignazio di Loyola.

Questi dati, necessariamente imperfetti, danno solo un’idea dell’estensione che l’influenza di quel piccolo libro ha acquisito. Ma è necessario notare che la sua vera azione si compie piuttosto nel senso della profondità. È una rivoluzione interna che opera in ogni anima. Il suo impatto più intimo sfugge alla storia e ai controllo dei dati.

Lo stesso Papa San Giovanni Paolo II, parlando degli Esercizi: «Spero che (…) sacerdoti, religiosi e laici continuino ad essere fedeli a questa esperienza e le diano incremento: faccio questo invito a tutti i sinceri ricercatori della verità. La scuola degli esercizi spirituali sia sempre un efficace rimedio al male dell’uomo moderno trascinato dal vortice delle vicende umane a vivere fuori di sé, troppo preso dalle cose esteriori; sia fucina di uomini nuovi, di autentici cristiani, di apostoli impegnati. È il voto che affido all’intercessione della Madonna: la contemplativa per eccellenza, la maestra sapiente degli esercizi spirituali”

[10]

Chi?

Qual è lo scopo?

In che modo hanno influenzato?

Sant’Ignazio di Loyola

Cercare e trovare la volontà di Dio per la mia vita: la santità

Permettono di ordinare la nostra vita, identificando e rimuovendo gli “affetti disordinati”

[1] P. Leonardo Castellani, Omelia per la festa di Sant’Ignazio (31 luglio)

[2] Riepilogo n.23, Monumento storico S.I., Fonti narr. I p. 163. Le stesso parole “gli insegnò Dio” uso P. Ribadeneira in Madrid nel 1595 (MHSI, Script. I 159)

[3] Autobiografia n.27; MHSI Fonti narr. I p.400.

[4] Casanovas, Commenti e Spiegazione degli Esercizi., vol.1 p. 29.35

[5]Tutti i fedeli del Cristo quindi sono invitati e tenuti a perseguire la santità e la perfezione del proprio stato.

CVII, Costituzione dogmatica sulla chiesa “Lumen Gentium”n.42

[6] Pablo VI, Lettera al Cardinale Cushing, 25 luglio 1969

[7] Pastoralis Officii, 31 luglio 1548

[8] Parole di Pío XI nella enciclica Mens nostra, 20 dicembre 1929. C. Marín, Enchiridion p.461

[9] De Causette, Mélages oratoires I p.455

[10] Angelus del 16/12/1979, nell’Osservatore Romano, ed. spagnola, 23/12/1979